Palermo. Estate. Un Risciò. Oscar Farinetti in una video intervista ci racconta cosa possiamo fare in Sicilia e quanta bellezza ci circonda
In un caldo e luminoso pomeriggio estivo di Palermo abbiamo avuto il privilegio di incontrare Oscar Farinetti, fondatore prima di Eataly e di Fico poi, e di fare una stimolante ed interessante video-intervista a bordo di un risciò (trovate il video in fondo alla pagina), per le vie del centro storico di Palermo, in compagnia del direttore di Cronache di Gusto, Fabrizio Carrera.
Ogni volta che abbiamo incontrato Oscar Farinetti non sono mai mancati spunti di riflessioni, stimoli a fare meglio, punti di vista sulla Sicilia e sul modo di fare turismo esperienziale, e anche questa volta le risposte che abbiamo avuto sono state profonde e lungimiranti.

L’intervista ad Oscar Farinetti
Palermo, da sempre, ha un ruolo strategico nel Mediterraneo, storicamente è la porta verso l’Europa di tutte le popolazioni che provengono da Africa e Medio-Oriente, e proprio quando la città ha avuto consapevolezza di questo ruolo, ha avuto un esplosione economica e culturale, segnando in modo decisivo la storia di tutto il bacino mediterraneo e non solo.
Partendo dall’idea di Palermo come città dell’accoglienza e considerando lo scenario socio-politico attuale abbiamo chiesto ad Oscar Farinetti in che modo la contaminazione con popoli diversi e la conoscenza di nuove culture si possano riflettere sul nostro patrimonio eno-gastronomico e se questo possa essere uno scenario da cui trarre vantaggio.
La cultura eno-gastronomica della contaminazione
Il discorso ha preso subito una piega interessante e storicamente profonda, mettendo subito al centro l’italia come il paese con la cucina “più richiesta al mondo, perché la più fresca, la più contaminata, la più friendly, la più leggera.” Farinetti ci spiega in modo chiaro come questo successo della cucina itliana sia dovuto, principalmente, a due “immigrati”: il grando duro che nasce tra il Tigri e l’Eufrate, arriva da noi ed “oggi determina e segna la cucina italiana”; ed il pomodoro che allo stesso modo è uno dei simboli della cultura gastronomica italiana. La cucina italiana è quindi “figlia dell’immigrazione”, dell’opportunità di cogliere quello che di buono è arrivato, farlo nostro ed integrarlo. Così come il nostro patrimonio gastronomico siciliano, è figlio della contaminazione con le usanze di chi ci ha dominato nel corso dei secoli, Farinetti sottolinea come il popolo che “ha creato la cultura del ‘900 e del terzo millennio, sono gli Stati Uniti d’America, il popolo più contaminta, intricato e misto al mondo!”.
Andando più a fondo, emerge una propensione al futuro, al fare, al volere fare, di quei popoli che sanno accogliere, che sanno prendere il meglio dalla contaminazione per crescere e migliorare. Un popolo che non vuole accogliere è “pigro, instabile, rivendica le proprie origini e la propria cultura straordinaria, come un alibi per non muoversi”.
C’è un passaggio chiave nel discorso fatto con Oscar Farinetti che ci ha particolarmente convinto, ed è quando sottolinea che non basta accogliere, ma bisogna “passare dall’integrazione all’interazione, è la meraviglia assoluta che ci fa diventare più belli, più sani, e meravigliosamente più imperfetti.”
Street food, Cannoli e Turismo Esperienziale
Facendo nostro il pensiero che l’imperfezione sia la meraviglia del genere umano, passiamo alla seconda parte della nostra intervista e chiediamo quanto la Sicilia possa esprimere ancora in un turismo esperienziale, in un contesto dove la componente turistica legata al food in Sicilia è quasi tutta rivolta verso lo Street food e la pasticceria.
La soluzione, la via da percorrere è la più semplice, la più autentica possibile: “portare i turisti a vedere dove nascono i prodotti”. Farinetti ci racconta come nelle sue Langhe il cambiamento sia avvenuto appena sono stati portati i turisti in cantina ed in vigna, facendo conoscere il lavoro, le fasi di produzione, la stagionalità dei prodotti. “Portarli sotto gli ulivi, a conoscere le 35 cultivar che avete”, avvicinare quindi le persone all’immenso patrimonio di biodiversità presente in Sicilia, fargli vivere in modo totale tutto quello che siamo in grado di offrire, dal mare alla montagna, dalla campagna alla città, dalla pasticceria all’alta cucina, dai laboratori alle putie. E secondo Farinetti abbiamo “una chance enorme” perché date le dimensioni della Sicilia dobbiamo fare conoscere i nostri “continenti, e fargli assaporare i nostri prodotti”.
La Sicilia può ancora crescere?
La Sicilia, con i suoi continenti, può quindi essere una destinazione perfetta per il turismo esperienziale, ma non è tutto, è un altro il numero che da fiducia: “meno di 6 milioni di turisti internazionali”, un numero che secondo Farinetti “non è niente”, ad esempio Venezia ne fa 22 di milioni di turisti internazionali, ma allo stesso tempo, vede sempre una crescita, segno che molti hanno capito cosa fare e come poter fare turismo in Sicilia.
Breve storia dei sentimenti umani
Molte delle idee e delle riflessioni che abbiamo avuto il privilegio di scambiare e condividere con Oscar Farinetti sono la base del suo libro, presentato a Palermo in Feltrinelli “Breve Storia dei Sentimenti umani”, un viaggio nel tempo che segna gli eventi che hanno determinato la storia dell’uomo ma anche la ricetta per costruire una società che sappia crescere: coraggio, senso del futuro, rispetto, fiducia, ottimismo. ” Siamo gli unici animali a vivere in un mondo immaginario creato dai sentimenti , sulla loro base nascono i pensieri e poi le parole che ci rendono percepibili agli altri. Se guardiamo alla storia, laddove dominavano sentimenti positivi si viveva bene. Ad esempio, durante il Rinascimento, Lorenzo il Magnifico visitava la bottega del Verrocchio e lì incontrava giovanotti quali Leonardo da Vinci, Raffaello, il Ghirlandaio e li esortava ad avere fiducia in loro stessi e negli altri e ad andare in giro per il mondo”. Viviamo nel paese con il maggior numero di siti UNESCO, con una biodiversità incredibilmente elevata per le dimensioni del paese, quello che ci serve è fiducia!

Ed è con fiducia che vogliamo guardare al futuro e vogliamo esortare ristoratori, albergatori, amministratori ed anche tutti i cittadini ad avere fiducia, fiducia nella nostra terra, nelle nostre capacità e nel prossimo, da qualunque parte del mondo provenga, perché solo così possiamo crescere.
Un particolare ringraziamento va al direttore di Cronache di Gusto Fabrizio Carrera, per aver reso possibile l’incontro con Oscar Farinetti