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Agosto 2022

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Finalmente anche in Sicilia si sta diffondendo tra gli amanti del bere l’uso, nonché la conoscenza di uno tra i più antichi e nobili distillati, il GIN, che non è solo alcool ma un modo di vivere i momenti di relax, di compagnia o di ispirata solitudine.

Gin ha più famiglie, a dimostrare la sua versatilità e altrettante sono le varietà, più o meno aromatizzate e legate ai gusti e ai contesti di produzione. Proprio da questo spiccato carattere “territoriale” nasce l’esigenza, la voglia di creare un Gin che rappresenti un’esperienza sensoriale unica che racconti la città di Palermo diffondendone odori e sapori ovunque nel mondo, semplicemente chiudendo gli occhi e degustandolo.

Dall’ Unione dei mille aspetti che caratterizzano Palermo e non ultimo quello storico legato al ricordo dell’antico “acquavitaro”, dai profumi degli aromi che lo compongono scelti con grande difficoltà in quella città che fu l’aura concha invidiata dal mondo, fino alla scelta del nome, PIAZZA BOLOGNI, evocazione di una Palermo viva e vissuta tra taverne e ritrovi che allietavano le nobili passeggiate, questo GIN SICULO è concentrato di vita.
Vita passata e moderna in quel luogo PIAZZA BOLOGNI, che ha visto Palermo metropoli antica e ritrovata

Nasce PIAZZA BOLOGNI SICILIAN DRY GIN, un biglietto di solo andata per Palermo! Ovunque voi siate.

Cinzia Taibbi

Muore il Conte palermitano. Perchè quello di Lucio Tasca D’Almerita non era soltanto un titolo nobiliare ma un modo di essere; Lucio nobile lo era nei modi, nei gesti, nella postura. L’ho sempre paragonato a Giovanni Agnelli, fin dalla pima volta che lo vidi a Pantelleria accanto a Carole Bouquet, durante un incontro sulla Vite americana. 

Era lui a dettare i tempi e gli argomenti pur senza aprire bocca, trasudava  autorevolezza. E non per il suo ruolo sociale ma perché fonte massima di conoscenza sul vino siciliano, sul modo di produrlo e di venderlo.

La famiglia Tasca D’Almerita, nel mondo del vino, ha avviato con Lucio un percorso in cui è il prodotto finale a parlare e non il blasone, adottando un atteggiamento sempre collaborativo con gli altri produttori senza pretendere sconti o favori. Una vita volta a rendere grande la sua terra come territorio enoico d’eccellenzasenza abbandonarsi agli agi che i natali gli hanno concesso ma continuando a diversificare la produzione e le zone di coltivazione convinto com’era, che la Sicilia fosse un Continente enologico con temperature, suolo e metodi di coltivazione che cambiano ad ogni battito di ciglia.  Dall’equitazione al vino, dal jet set agli stivali infangati, la vita del Conte Lucio è sempre stata proiettata al futuro, della famiglia e dell’Isola.

La Sicilia non perde un nobile di nascita, ma di animo.

Il nostro cordoglio a tutta la famiglia.

Cinzia Taibbi